Pubalgia e dolore inguinale
Il dolore inguinale è comune in atleti che partecipano a sport multidirezionali come il calcio o l’hokey, nei quali vengono coinvolti i movimenti ripetuti e forzati nell’articolazione dell’anca con scatti e cambi di direzione.
Storicamente il dolore inguinale è sempre stato difficile da diagnosticare ed isolare; solo negli ultimi 10 anni gli studiosi hanno compreso meglio la problematica e delineato una chiara terminologia e fornito informazioni “evidence based” sull’esame clinico e l’accuratezza diagnostica degli esami radiologici, in maniera da ottimizzare la gestione degli atleti con dolore inguinale.
ESAME CLINICO
E’ molto importante, durante l’esame clinico, escludere le potenziali situazioni di rischio, come ad esempio l’immaturità scheletrica, la quale potrebbe nascondere una frattura da avulsione, un’apofisite pubica o problematiche dovute all’anca come epifisioliti o displasia acetabolare.
Quando in anamnesi si sono escluse le situazioni che potrebbero destare allerta, e quando si saranno escluse implicazioni della colonna vertebrale sul sintomo, il dolore inguinale sarà relazionato a :
- Adduttori;
- Pube;
- Inguine( sport's hernya ,ernia inguinale);
- Ileopsoas;
- Articolazione dell’anca, generalmente FAI (conflitto femoro acetabolare).
Per quanto riguarda gli esami strumentali radiologici per la diagnosi di queste problematiche bisogna innanzi tutto considerare che la morfologia non è sinonimo di patologia. Infatti un uso inappropriato o eccessivo delle immagini potrebbe creare falsi positivi.
Generalmente l’ecografia è l’indagine più appropriata nei problemi muscolo tendinei o nell’indagare la presenza di ernie, mentre la Rx o la RM risultano più appropriate per indagare problematiche legate all’articolazione dell’anca.
TRATTAMENTO
La gestione di tali problematiche varia quindi in funzione della diagnosi. Nei casi di dolore relazionato all’inguine, ad esempio, una volta diagnosticata un’ernia , l’intervento chirurgico in laparoscopia si è dimostrato più efficace per la riduzione del dolore e nella percentuale di ritorno allo sport rispetto al trattamento conservativo, sebbene il 50% degli atleti trattati conservativamente abbia il pieno recupero ad un anno dalla diagnosi (Pajanen H. et all Artroscopic surgery for chronic groin pain in athletes is more effective tham non operative treatment: a randomized clinical trial whit MRI at 60 patients with sport’s hernia).
Per quanto riguarda il dolore relazionato all’articolazione dell’anca, specificatamente al FAI (impingment femoro acetabolare), si procede generalmente con la riabilitazione ( terapia manuale ed esercizio terapeutico), farmacoterapia e chirurgia artroscopica.
Non ci sono evidenze di alto livello ad indicare la superiorità di un approccio rispetto all’altro, per cui si opta inizialmente per la terapia conservativa.
Per quanto riguarrda le problematiche dovute agli adduttori, al pube ed all’ileopsoas, ci sono evidenze significative che una riabilitazione attiva supervisionata da un FISIOTERAPISTA SPECIALIZZATO ed EPERTO nella gestiorne dei disturbi muscolo-scheletrici abbia una percentuale più alta di successo rispetto alla fisioterapia passiva.